Come abbiamo visto nell’articolo precedente, e come dettagliato da una recente ricerca scientifica (Al Toufailia et al. 2015) la sublimazione (vaporizzazione) di acido ossalico risulta uno dei migliori metodi di controllo delle infestazioni dell’acaro Varroa Destructor.
In questa guida i tecnici esperti di Oxalika spiegano nel dettaglio il processo di trattamento con i vapori di acido ossalico. Cosa occorre, come prepararsi, quando eseguire i trattamenti e altre importanti informazioni per gli apicoltori.
Come effettuare il trattamento con la vaporizzazione di acido ossalico?
Le informazioni dettagliate su come effettuare il trattamento con la vaporizzazione di acido ossalico dipendono principalmente dal tipo di sublimatore utilizzato. È molto importante attenersi scrupolosamente alle indicazioni riportate nei rispettivi manuali d’uso in modo da ottenere il massimo in termini di efficienza senza mettere a rischio la salute delle api e dell’operatore stesso.
In questo articolo vi daremo importanti consigli mettendo a confronto diverse tipologie di sublimatori in modo che sia più agevole scegliere il modello più adatto alle proprie esigenze tenendo conto delle modalità di utilizzo specifiche.
Esecuzione del trattamento
L’esecuzione del trattamento con acido ossalico ed il materiale necessario dipendono dal modello di sublimatore e dal tipo di farmaco a base di acido ossalico utilizzati.
Ad esempio, se si utilizza un modello a 12 volt sarà necessario avere una batteria. Se invece il modello funziona a 110 o 230 Volt sarà necessario avere un generatore in grado di fornire la tensione richiesta. In sostanza è necessario avere un sistema di alimentazione adeguato al sublimatore in uso.
Anche la tipologia dei dispositivi di protezione per le vie respiratorie dipende dal modello di sublimatore e dal numero di arnie che si desidera trattare.
Con alcuni modelli di sublimatore, ad es. OXALIKA START e OXALIKA BASIC, l’acido ossalico viene messo nello scodellino quando il sublimatore è freddo. Il sublimatore viene collegato alla batteria solo dopo averlo inserito nell’arnia ed averla sigillata. Questa procedura permette all’apicoltore di allontanarsi e di disporsi in modo che il vento allontani eventuali vapori che potrebbero fuoriuscire dall’arnia. È chiaro che in questo caso, per proteggere le vie respiratorie, è sufficiente una mascherina anti particolato e quindi del tipo FFP2.
Nota
Nel caso in cui il sublimatore in uso preveda la presenza dell’operatore anche durante la fase di vaporizzazione, è ovvio che le protezioni per le vie respiratorie dovranno essere più elevate. In particolare si dovrà avere una maschera con filtri adatti ai vapori di acidi organici tipo ABE.
Se il numero di alveari da trattare è limitato si può optare per una semimaschera per proteggere le vie respiratorie ed occhiali coprenti per proteggere gli occhi. Questa soluzione non è adatta se si devono trattare molti alveari in quanto, dopo qualche decina di minuti gli occhiali tenderanno ad appannarsi. In definitiva, se gli alveari sono molti, la scelta migliore è l’utilizzo di una maschera intera dotata di sistema anti-appannamento.
Alcuni sono senza cavo e funzionano con batterie Li-Ion a 18 volt, altri sublimatori funzionano a 12 Volt, altri ancora a 110 o 230 Volt. Come scelgo quello adatto?
Sublimatori a 18 Volt (senza cavo) con batteria agli Ioni di Litio
Si tratta degli ultimi modelli apparsi sul mercato e sono imbattibili per quanto riguarda la comodità di utlizzo. Il modello OXALIKA PRO CORDLESS è disponibile con diversi adattatori per le batterie degli elettroutensili a 18 Volt più comuni (Bosch, De Walt, Makita, Einhell, ecc) ed è dotato di 3 tubi di forma diversa per potersi adattare agli apicoltori più esigenti. Ad esempio, configurandolo con il tubo curvo rivolto verso il basso, possono essere trattati agevolmente anche i portanuclei ( anche se in polistirolo) facendo un piccolo foro sul coperchio o utilizzando il foro per il nutritore e interponendo un sottile tavola in legno.
Sono ovviamente disponibili anche tubi standard per i trattamenti più comuni sia dalla porticina di volo sia da dietro l’arnia.
Sublimatori a 12 Volt
I modelli a scodellino funzionano tutti a 12 volt. I modelli della linea professionale OXALIKA PRO sono disponibili a 12 volt ma anche a 110 Volt, così come a 230 Volt. La scelta deve essere effettuata in modo oculato in base alle proprie esigenze ed alla tipologia di apiari in cui andremo ad operare.
Fondamentale da tenere in mente: il cavo di alimentazione dei sublimatori funzionanti a 12 Volt non può essere prolungato. Aumentare la lunghezza del cavo sarebbe come alimentare il sublimatore con una batteria quasi scarica.
Da questa considerazione si capisce che con un sublimatore a 12 volt è necessario avere con sé la batteria. Nessun problema se l’apiario è in un campo pianeggiante e può essere utilizzato un piccolo carrello ma molto scomodo se l’apiario è in un ambiente sconnesso e dobbiamo portarci dietro la batteria a mano.
Sublimatori a voltaggio elevato (110-230 Volt)
Con sublimatori funzionanti alla tensione di rete (110 o 230 volt) è possibile utilizzare prolunghe. La tensione di rete può essere ottenuta in tre modi diversi:
- Allacciandosi direttamente ad una presa di corrente. Se hai la fortuna di avere l’apiario nelle vicinanze, puoi utilizzare una prolunga per raggiungere gli alveari;
- Utilizzando un generatore a motore posizionato in prossimità dell’apiario ed una prolunga per raggiungere gli alveari;
- Utilizzando una batteria posizionata in prossimità dell’apiario ed un inverter in grado di trasformare la tensione a 12 Volt in tensione di rete da 110 o 230 Volt. Successivamente, puoi collegare la prolunga alla presa dell’inverter. Con questa soluzione, una parte della carica della batteria verrà assorbita dall’inverter e pertanto il numero di trattamenti che potranno essere effettuati con una carica sarà inferiore.
E se ho già acquistato un sublimatore a 12 Volt e trovo scomodo portarmi dietro la batteria?
Nessun problema! In questo caso puoi utilizzare un alimentatore in grado di trasformare la tensione di rete (110 o 230 Volt) in 12 volt, è molto più leggero della batteria e più comodo da portare con te.
Ad esempio:
Come scelgo il tipo giusto di acido ossalico?
La cosa da tenere presente è che il tipo di farmaco a base di acido ossalico da utilizzare deve essere consentito dalle leggi vigenti nel paese in cui operi. In Italia, ad esempio, l’unico farmaco a base di acido ossalico ammesso per l’uso sublimato è API-BIOXAL. In altri paesi potrebbero essere ammessi altri farmaci o persino l’uso di acido ossalico puro.
Come scelgo il sublimatore tenendo conto del tipo di acido ossalico?
Alcune tipologie di farmaci a base di acido ossalico possono lasciare incrostazioni nel sublimatore. Se si utilizza acido che lascia incrostazioni è importante acquistare un sublimatore studiato appositamente per agevolare le operazioni di rimozione di tali incrostazioni, ad esempio il modello OXALIKA PREMIUM o il modello OXALIKA PRO EASY.
Le incrostazioni sono causate dalle impurità presenti nell’acido o dagli eccipienti presenti nei farmaci a base di acido ossalico.
L’acido ossalico che si trova in commercio non è mai puro al 100%. Tuttavia alcune tipologie hanno un elevato tasso di purezza, superiore al 99,6%. In questa guida, utilizziamo il termine puro per indicare gli acidi con purezza superiore al 99,6%.
Scelta del sublimatore
Nella scelta del sublimatore si deve tenere presente che le impurità presenti nell’acido potrebbero lasciare residui nello scodellino sotto forma di incrostazioni. Queste incrostazioni devono necessariamente essere rimosse prima che si induriscano e diventino abbastanza spesse da impedire il corretto funzionamento del sublimatore.
Per la pulizia può essere utilizzata una piccola spazzola appositamente studiata con setole in acciaio inox.
È molto importante considerare che l’acido ossalico tende ad assorbire umidità. L’acido ossalico che ha assorbito umidità tende a fare bolle grandi e consistenti durante la vaporizzazione e tende a rimanere appiccicato alle superfici (ad esempio le pareti del barattolo che lo contiene). Questa caratteristica può interferire con il corretto funzionamento del modello OXALIKA PRO FAST, in quanto l’acido ossalico umido tende ad inceppare il meccanismo di dosaggio.
Un semplice trucco per la corretta pulizia dopo l’ultimo trattamento: dopo aver scollegato l’alimentazione, con lo scodellino ancora caldo, fai cadere piccole quantità di acqua distillata nello scodellino. La rapida ebollizione provocherà il distacco dei residui senza lasciare incrostazioni di calcare.
Quanto acido ossalico devo inserire nel sublimatore?
Dipende dalla grandezza dell’arnia da trattare e da altri fattori descritti ampiamente in un articolo precedente.
Quanto dura il processo di sublimazione?
Di seguito riportiamo i valori per i sublimatori di acido ossalico OXALIKA:
- Oxalika Basic – Oxalika Start
- Occorrono 3 minuti per far evaporare 2 grammi di acido ossalico. Lo scodellino deve essere raffreddato in acqua prima di procedere con il trattamento successivo. Il tempo complessivo tra un trattamento e l’altro è di circa 5 minuti. Si tratta di sublimatori adatti a chi ha poche arnie (5-10)
- Oxalika Premium
Occorrono 1 minuto e 30 secondi per far evaporare 2 grammi di acido ossalico. Poiché è dotato di controllo di temperatura non necessità di raffreddamento fra un trattamento e l’altro. È adatto ad apicoltori che hanno fino a 100 arnie. - Oxalika Pro Cordless 18 Volt (senza cavo)
Il più comodo e versatile. 15 secondi per 1 grammo 30-35 secondi per 2 grammi. - Oxalika Pro Easy
Trattamento veloce senza interruzioni.
10 secondi per 1 grammo e 20-25 secondi per 2 grammi. - Oxalika Pro Smart
Con valvola di caricamento rapido.
Il più semplice e veloce da utilizzare. - Oxalika Pro Fast for Tablets
Con dosatore di acido ossalico in compresse. Permette la scelta della dose in multipli di 1 grammo fra un trattamento ed il successivo. 10 secondi per 1 grammo.
Come agisce l’acido ossalico sugli acari?
Il processo con cui l’acido ossalico uccide gli acari Varroa non è ancora del tutto chiaro. L’opinione scientifica più comune è che i vapori di acido ossalico vengono assorbiti dalla Varroa attraverso i tessuti molli e le appendici (zampe). Da qui l’acido ossalico entra nel flusso sanguigno dell’acaro avvelenandolo. Altre ricerche indicano come l’acido ossalico sia in grado anche di danneggiare la bocca dell’acaro. In qualsiasi caso, l’acido ossalico uccide la Varroa in maniera efficace.
Bisogna mantenere l’arnia chiusa durante il trattamento?
È consigliabile, anche se non è necessaria una perfetta chiusura “stagna”. Il nostro consiglio è quello di sigillare l’entrata dell’arnia con un panno umido durante il processo di vaporizzazione e mantenerla sigillata per circa 10 minuti dopo la fine del trattamento, per massimizzare l’effetto.
Un modo per ridurre la fuoriuscita di acido ossalico, senza sigillare l’apertura di volo, è quello di trattare dal retro dell’arnia facendo un foro per l’ingresso del tubo del sublimatore sulla cornice del coprifavo. Il coprifavo dovrà essere capovolto. Questa è anche la soluzione più comoda per l’operatore in quanto può operare senza incurvare la schiena ad ogni trattamento.
In caso di evidenza di dispersione di acido ossalico all’esterno dell’arnia è consigliabile aumentare leggermente la dose.
Qual’è la temperatura ambientale ideale per il trattamento?
La temperatura ambientale per la sublimazione dell’acido ossalico non dovrebbe essere inferiore ai 3ºC. Non c’è una temperatura massima. La temperatura minima di 3ºC è necessaria soltanto durante il trattamento e nelle prime 2 ore successive.
(fonte: https://www.dadant.com/)
Qual’è il periodo migliore per eseguire il trattamento?
Dato che la Varroa si riproduce maggiormente in primavera ed estate, in presenza di covata, il periodo migliore per effettuare i trattamenti è autunno-inverno. Durante questo periodo, in cui c’è assenza quasi totale di covata, circa l’80% della Varroa si trova in uno stato cosiddetto “foretico”, cioè l’acaro si trova sul corpo delle api adulte. Proprio per questo, la Varroa è più esposta e quindi molto più sensibile ai trattamenti con acido ossalico.
Questi sono i migliori periodi per il trattamento:
- All’inizio dell’inverno, tra la fine di Novembre e il periodo natalizio (emisfero boreale);
- La mattina presto o la sera, quando la maggior parte delle api sono nell’arnia;
- Quando acquisti un nuovo sciame di api;
- in tutti quei casi in cui non vi sono cellette di covata opercolate, ad esempio qualche giorno dopo la sciamatura, dopo un blocco di covata naturale o artificiale, sugli sciami.
Utilizzare l’acido ossalico in estate
Come abbiamo visto non c’è una temperatura massima per la sublimazione dell’acido ossalico. Detto questo, dobbiamo considerare che durante il periodo estivo normalmente c’è presenza di covata all’interno delle colonie. Quindi la maggior parte degli acari si troveranno protetti all’interno delle cellette di covata. In questo senso, effettuare trattamenti di sublimazione con acido ossalico durante l’estate può essere utile come misura di contenimento e prevenzione.
Come utilizzare la procedura di sublimazione per contare gli acari foretici
Puoi eseguire la sublimazione di acido ossalico anche come alternativa alla conta con lo zucchero a velo o al lavaggio con alcool. Esegui il trattamento di sublimazione, avendo cura di inserire uno speciale foglio adesivo sul fondo dell’arnia. Dopo due giorni, il foglio avrà raccolto circa il 95% degli acari foretici. In questo modo puoi approssimare la conta degli acari presenti nell’arnia, considerando che le cellette di covata possono contenere l’80-85% degli acari. Potrai quindi prendere una decisione informata su quando e quanto frequentemente eseguire un nuovo trattamento.
Quanto spesso puoi effettuare il trattamento di sublimazione con l’acido ossalico?
Nonostante l’acido ossalico sia una sostanza naturale, una dose eccessiva può effettivamente arrecare danni alle tue api. Per questo è importante seguire le indicazioni del produttore del farmaco e riferirsi alle linee guida delle associazioni locali per la modalità e le soglie di trattamento.
Una strategia efficace per massimizzare il risultato può essere quella di fare un blocco di covata artificiale. In questo modo, tutti gli acari si sposteranno sul corpo delle api adulte e quindi saranno esposti al trattamento con acido ossalico.
L’acido ossalico è tossico per le api?
Una ricerca scientifica del 2017 ha evidenziato come l’acido ossalico somministrato con soluzione acquosa (metodo del gocciolamento) può rappresentare un pericolo per la salute delle api. Al contrario, le api oggetto della ricerca hanno dimostrato di sopportare bene, senza problemi di salute evidenti, la somministrazione di acido ossalico sublimato (vaporizzato) ad una concentrazione pari a 175 µg di acido ossalico per ape.
(fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5620704/)
Precauzioni e consigli
L’acido ossalico è naturalmente presente nel miele in piccolissime quantità. Quando si eseguono trattamenti contro la Varroa, la percentuale di acido ossalico nel miele aumenta considerevolmente per qualche giorno.
L’acido ossalico ingerito dalle api in elevate concentrazioni può arrecare danni comportamentali ed accorciare la vita delle tue api. Questo è soprattutto vero per metodi di trattamenti come il gocciolamento, in cui l’acido ossalico è miscelato in una soluzione di acqua e zucchero. Ciò nonostante, la possibilità di ingestione sussiste anche con la sublimazione. Per questo motivo ti consigliamo di attenerti alle quantità e tempistiche indicate in precedenza, senza esagerare.
Posso usare l’acido ossalico con i melari montati?
No. L’acido ossalico, anche se vaporizzato, può lasciare residui e contaminare il miele. Consigliamo di rimuovere i melari prima del trattamento con l’acido ossalico e attendere 1-2 giorni prima di rimontarli. Questo permette l’eliminazione di ogni residuo di acido ossalico dall’alveare, ed evita la contaminazione del miele.
Qual’è la differenza tra l’acido ossalico e altri trattamenti?
La prima grande differenza è che nonostante l’acido ossalico sia utilizzato da più di 20 anni in Europa (e dal 2015 negli USA), la Varroa non sembra aver sviluppato resistenza all’acido ossalico. La seconda differenza sostanziale è il costo del trattamento. Con trattamenti farmacologici alternativi, il costo annuale può facilmente salire fino anche a 10 volte quello che spenderesti con l’acido ossalico. Questo include anche il costo del vaporizzatore.
Conclusioni
L’acido ossalico è un efficace acaricida naturale. Anche se dannoso per l’uomo e, in quantità elevate, anche per le api, seguendo le indicazioni in questo articolo potrai lavorare in sicurezza e ottenere il massimo di efficacia del trattamento.
L’acido ossalico agisce contro la Varroa sia per contatto con i tessuti molli, sia attraverso la bocca. La vaporizzazione resta uno dei metodi migliori per il trattamento degli alveari con acido ossalico. La sublimazione permette un trattamento anti-Varroa facile, efficace e veloce.